martedì 8 maggio 2007

Karlheinz Stockhausen - Proiezione del suono

Nasce il 22 agosto 1928, facendo due calcoli 80 anni di vita sulle spalle. Non ci credresti mai a vederlo (completamente vestito di bianco) alla luce pulsantedegli 8 canali che ondeggiano, scattano e rotolano davanti a lui. Una luna. Solo una piccola luce che disegna come una luna che brilla pallida nell'oscurità di una notte nebbiosa. Solo quella piccola luce il Maestro ha deciso di lasciare a noi timidi ascoltatori seduti in attesa. E la meraviglia inizia con le istruzioni per l'uso, il Nostro sale sul palco e spiega il programma che ci attende (parla in italiano). Inizieremo ascoltando Mittwochs-gruss (saluto del mercoledì). Poi un estratto da "Licht (luce): "Die 7 Tage der Woche" ( I sette giorni della settimana). Una pausa depressurizzante e "13th Hour: Cosmic Pulses" (Ora tredicesima: pulsazioni cosmiche), e per finire da "Klang" (suono): "Die 24 Stunden des Tages" (le ventriquattro ore del giorno). Poi suggerisce: per apprezzare la musica elettronica che ho composto, musica che crea un nuovo spazio e un nuovo tempo, vi consiglio di muovere la testa un pò a destra, poi a sinistra, in alto o verso il basso....E il Maestro va a sedersi nella sua postazione, lo spettacolo comincia. Il buio di una luce che come la fine di un tunnel ci indica la via di uscita, ma verso dove? C'è da chiederselo. Verso dove porterà questo mondo che si sviluppa dalle orecchie al cervello e dal cervello verso il cuore. La musica elettronica di uno dei padri fondatori è tridimensionale. Tra i più diversi suoni che saltellano nel buio lontani e poi improvvisamente vicini (ti assaltano alle spalle e ti fanno letteralmente saltare sulla poltroncina) ci sono anche voci umane campionate; voci riconoscibili come umane, ma spinte ad altezze sonore misteriose. Mittwoch-gruss è terrorizzante, come un film horror, anzi molto di più di un film perchè è come se fossi sospeso e inerme preda di qualsiasi attacco. Poi Die 7 Tage der Woche arriva e da un respiro, ti solleva e sembra che il tunnel alla fin fine porterà a qualche cosa di buono. E' qui che una voce continua a suggerire "Luce"(ebbene si, in italiano) facendo spazialmente il giro della Sala Sinopoli; che c'è ma che non sembra neache più là. L'intervallo è quasi inappropriato, serve solo alle funzioni organiche e a constatare che molti degli impavidi ascoltatori hanno optato per la fuga...silenziosa, fortunatamente! Poi è impossibile spiegare. Le pulsazioni cosmiche ti spingono oltre, già la sala aveva cominciato a sbiadire e adesso,dove siamo? E' come essere usciti da Roma, dall'Auditorium, dal Corpo stesso. I suoni ci avvolgono e ci trapassano, non ci sono più giorni presenti o passati, tutto è diventato come un'unica materia e noi siamo un unico e perfetto orecchio che ci apre alla 4ta dimensione. E alla fine il suono di Klang (Die 24 Stunden des Tages). La purezza spazza via anche l'ultimo rimasuglio di coscienza. Non c'è neanche più il cervello, non ci sono più metafore, c'è solo lospazio di Karlheinz Stockhausen e noi dentro.
Federica

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