giovedì 24 maggio 2007

Critical Mass - 25/26/27 maggio - Roma

Concepirere uno spazio urbano in maniera alternativa, decontestualizzare la strada e restituirla al suo originale intento: muoversi su di essa.
Il fallimento dell'automobile, o meglio dell'uso che l'uomo na fa, e il paradosso di un mezzo inventato per facilitare spostamenti veloci che collassa su se stesso e si blocca...(vedesi GRA alle 8 di mattina).
Alla faccia dei futuristi tutti in bicicletta :-)
"...un nuovo modo di vivere nelle nostre citta’ inquinate. Per costruire una nuova rivoluzione nel sistema dei trasporti non hai null’altro da fare che prendere la bici e unirti a noi. Per tutti quelli che credono che un’auto di meno in circolazione sia uno scopo comune."

Cos'è Critical Mass?
Critical Mass è un evento internazionale che si tiene in più di 400 città del mondo, avviene ogni ultimo venerdì del mese quando i ciclisti, spontaneamente, vanno in massa a percorrere le strade delle loro città normalmente occupate dalle automobili. Critical Mass si concentra sul diritto di utilizzare le strade in modo altro che non semplici luoghi dove far circolare ed ammassare le automobili. Punta anche l'attenzione sul deteriorarsi della qualità della vita, a partire dai livelli di inquinamento dell'aria e dell'inquinamento acustico, che i mezzi a motore creano nelle città. Critical Mass avviene in molte città del mondo ed è sempre diversa stante le differenze del numero dei partecipanti da una città all'altra, le leggi sul traffico e la risposta della polizia e degli automobilisti. Critical Mass è un'idea, un evento, un'attitudine... non ha leader, non ha un'organizzazione... semplicemente Critical Mass è fatta da chi partecipa alla pedalata, non c'è un volantino da dare, ma ognuno/a cerca di produrre il proprio da distribuire lungo il percorso, improvvisato e mai prestabilito, della CM.

alcuni link utili per capirne di più:
Critical Mass Roma (sito "non ufficiale")
Critical Mass Italia
Roma Nord Est Critical Mass
Roma pedala - Il blog dei ciclisti romani
Ciclo-Officina Magliana - Via Pieve Fosciana 82 (Magliana)
Ciclofficina Popolare "Don Chisciotte" - Via Prenestina, 173 (Pigneto)
Ciclofficina Centrale - Via Baccina (Rione Monti)

Qui invece trovate il documentario della Critical Mass Interplanetaria dell'anno scorso:
http://alessios4.blogspot.com/2007/02/critical-mass-il-film-live-bicycle-roma.html


lunedì 21 maggio 2007

seen FACE ADDICT

Immaginiamo di essere in possesso di un macchinario magico che ci teletrasporti in tempi passati e luoghi lontani. La meta del viaggio è la New York di fine anni ’70 inizio anni ’80. Periodo di particolare fermento per la grande mela: da questo momento infatti, comincia a muovere i primi passi una comunità di artisti conosciuta con il nome di “Downtown scene”.
Se il viaggio fosse possibile, una volta giunti a destinazione, rimaremmo sicuramente affascinati dall’umanità varia e pittoresca, dal genio e dalla sregolatezza che questa comunità avrebbe offerto alla nostra vista. Nostro malgrado, però, la macchina che compie viaggi spazio/temporali non esiste ma possiamo ritenerci ugualmente fortunati perché Edo Bertoglio, fotografo svizzero che collaborò con Wahrol alla rivista Interview , ha deciso di ripercorrere per noi le tracce, munito di macchina da presa, dopo 20 anni da questa esperienza alla quale egli stesso ha partecipato. Il titolo del film/documentario risultato del viaggio è “Face Addict”, traducibile letteralmente come “dipendenza dai volti”.
“A quali volti si riferisce il nostro cicerone Bertoglio?” Ebbene sì, proprio ai volti che emersero dall’esperienza della “Downtown scene” del calibro di Jean-micheal Basquiat, Keith Haring, Jim Jarmush, Debbie Harry di Blondie, John Lurie e molti altri. Il gruppo era accomunato dalla volontà di sperimentare nuovi linguaggi artistici, una forte voglia avanguardista che rese coloro che ne fecero parte dipendenti dalle droghe, vissute non come pura evasione ma come esperienza di alterazione percettiva della realtà, capaci di portare lo slancio creativo. Considerato una sorta di rito a cui propedeutica è la creazione artistica.
Nella ricerca della comunità perduta Bertoglio è accompagnato dall’amico Walter Steding, ex assistente di Andy Wahrol, pittore e musicista. L’esperienza di Walter Steding è particolarmente poetica. L’artista denuncia la necessità di vivere per l’arte , comporre musica, dipingere: questo è il suo mestiere. Afferma continuamente la sua completa devozione all’arte. La sua personalità, sensibile e determinata al contempo, incarna perfettamente il mio personale stereotipo dell’artista genio, dalla vita sregolata e piene di eccessi. Steding può essere considerato l’unico vero superstite di quell’esperienza, l’unico a rimanere fedele a quei luoghi, l’unico che non avverte la necessità di evadere nonostante la piena consapevolezza dello stile di vita discutibile.
Durante la visione si ha la percezione di camminare nelle strade newyorkesi attraverso i primi scatti di Bertoglio che si materializzano davanti ai nostri occhi. Scatti che impressionano le eclettiche personalità dal look impeccabile che sorridono felici; gli stessi volti che Walter Steding dipinge nei suoi quadri. Un viaggio nel passato guardando al presente; un passato dalle personalità indimenticabili. Face Addict, dipendenza quindi condivisa da Bertoglio come da Steding, dalle facce della tossicodipendenza.
Edo Bertoglio ci conduce per mano all’epilogo spalancandoci le porte della passata esistenza della “Downtown scene”. Grazie a questa simbolica apertura del regista divengono ancor più poeticamente evocativi i volti impressionati dalla luce della sua macchina fotografica, che si trasformano in miti. Consiglio caldamente, a chiunque voglia, di lasciarsi condurre attraverso questo film in un passato ormai svanito. Bon voyage!

Mari

The Books @ Palladium (Roma 16/05/2007)

Ero partito coi migliori propositi da paparazzo, videocamera e macchina fotografica nello zaino, sperando di riuscire a tirar fuori materiale interessante. Poi il concerto è iniziato e mi sono scordato i miei intenti, da attento fan sono stato fermo sulla poltrona a fare il bravo spettatore...alle volte ci si casca volentieri.
Il palco si presenta scarno: due sedie, effetti a pedale, quello che sembra un lettore dvd, e uno schermo sul fondo; ben lontano da quel muro di console aerospaziali che ci si aspetta da chi fa elettronica. Mi sembra di essere in piazza, tutto sa di familiare, di intimo, anche i video che accompagnano la performance sembrano tirati fuori dai super 8 di famiglia. In totale sembrano voler dichiarare se stessi, nei loro suoni, nei brani accuratamente scelti tra quelli "suonati", nelle loro immagini e nella loro presenza (e nell'elettronica questo è raro). La loro è una musica che mi permetto di definire "quotidiana".
L.







The BOOKS signing autographs on Vimeo

martedì 15 maggio 2007

seen DOWNTOWN 81



Dopo la proiezione al Cineclub Detour di "DOWNTOWN 81", il regista svizzero Edo Bertoglio, presente in sala e evidentemente imbarazzato, comincia a scusarsi del suo lavoro!!!
"Ecco...il direttore della fotografia era un ex-elettricista senza esperienza...", "Avevamo una troupe di 10 persone e non si presentava mai nessuno sul set...", "Faceva freddo..."!!!

In soldoni ci consiglia come rimedio di andare a vedere "FACE ADDICT", al cinema Farnese fino al 17/05, ideale sequel di "Downtown 81" e, dalle sue parole, molto meglio riuscito in quello che dichiara essere l'intento di entrambi i progetti: restituire l'atmosfera punk-eccentrica-cotonata che si respirava nella Grande Mela degli anni '80, dove potevi far accadere qualsiasi cosa (a dispetto di chiunque tu fossi) e assumere qualsiasi droga e finire sulle cover delle riviste patinate e ottenere questi benedetti 15 minuti di celebrità...
Bertoglio lavorava proprio come fotografo per la regina delle reviews: INTERVIEW del maestro Warhol, centro propulsore-riflettente del fenomeno. Il film non è un documentario, come si era detto, ma una sorta di reality-show/docusoap dove i personaggi interpretano se stessi, ed effettivamente restituisce quelle allucinazioni e quello stile di vita da poeta maledetto che tutti cercavano di avere, sebbene l'estetica dominante sia quella di un video di Madonna dell'epoca...(Madonna che con Basquiat c'era pure stata....e non scordiamo che la produttrice del film, Maripol, allora fidanzata di Bertoglio, é la creatrice del look "Like a Vergin"!). Jean-Michel Basquiat, che si firmava SAMO, "same old shit", sulle pareti della metropoli decadente, era all'epoca 19enne, semisconosciuto e bellissimo. La sua giornata-tipo lo vedeva percorrere i vicoli con la bomboletta spray in una mano e una canna nell'altra, eroe romantico e ribelle, sprezzante le convenzioni sociali e portavoce dell'intifada afro. Morirà 8 anni dopo famoso in tutto il mondo e sfasciato dalle droghe, a 27 anni come una vera rockstar, come 2 dei suoi miti, Jimi Hendrix e Janis Joplin.

Cristina

altro dall' INTERNATIONAL POSTER ART






From INTERNATIONAL POSTER ART on Vimeo

musica by POPOLOUS

venerdì 11 maggio 2007

INTO ME / OUT OF ME (macro future)

"Into Me. Out of Me" è la proposta azzeccatissima con cui viene inaugurato il nuovo spazio espositivo MACRO FUTURE: nessun luogo (postmoderno!?!) più di un ex-mattatoio poteva ospitare, nei 2 grandi macelli all'ingresso del complesso, questo ricco repertorio di cadaveri, mutilazioni, torture e secrezioni varie in modo più adeguato. Una volta usciti non è difficile figurarsi davanti agli occhi le bestie all'interno delle staccionate rimaste in fondo al cortile del museo, mentre vengono scuoiate,sventrate, sezionate...ma anche cucinate, servite alle nostre tavole, masticate e poi fatte scivolare lungo il nostro apparato digerente proiettato in fondo a un piatto.L'analogia non sarà certo sfuggita al curatore, Klaus Biesenbach, che ha raggruppato i migliori nomi di coloro che, negli ultimi 40 anni, del corpo (post)umano hanno indagato tutto, dall'epidermide alle viscere, e l'hanno esteso, appunto come accade anche ai visitatori (più sensibili/deboli di stomaco), oltre l'esperienza sensoriale, nell'allucinazione...Però,Lieber Herr Biesenbach, se posiziona una fila di schermi ad altezza polpaccio e dietro dispone un invitante tappeto di caramelle, al fruitore, già abbastanza provato, resterà difficile sopportare la visione dei filmati per più di qualche minuto senza desiderare accovacciarsi sui dolciumi...e io, dopo aver abbracciato il sedere di una statua di Wim Delvoye che mi offriva il suo telescopio anale, ho preferito non fare altri danni....
Cristina

martedì 8 maggio 2007

Karlheinz Stockhausen - Proiezione del suono

Nasce il 22 agosto 1928, facendo due calcoli 80 anni di vita sulle spalle. Non ci credresti mai a vederlo (completamente vestito di bianco) alla luce pulsantedegli 8 canali che ondeggiano, scattano e rotolano davanti a lui. Una luna. Solo una piccola luce che disegna come una luna che brilla pallida nell'oscurità di una notte nebbiosa. Solo quella piccola luce il Maestro ha deciso di lasciare a noi timidi ascoltatori seduti in attesa. E la meraviglia inizia con le istruzioni per l'uso, il Nostro sale sul palco e spiega il programma che ci attende (parla in italiano). Inizieremo ascoltando Mittwochs-gruss (saluto del mercoledì). Poi un estratto da "Licht (luce): "Die 7 Tage der Woche" ( I sette giorni della settimana). Una pausa depressurizzante e "13th Hour: Cosmic Pulses" (Ora tredicesima: pulsazioni cosmiche), e per finire da "Klang" (suono): "Die 24 Stunden des Tages" (le ventriquattro ore del giorno). Poi suggerisce: per apprezzare la musica elettronica che ho composto, musica che crea un nuovo spazio e un nuovo tempo, vi consiglio di muovere la testa un pò a destra, poi a sinistra, in alto o verso il basso....E il Maestro va a sedersi nella sua postazione, lo spettacolo comincia. Il buio di una luce che come la fine di un tunnel ci indica la via di uscita, ma verso dove? C'è da chiederselo. Verso dove porterà questo mondo che si sviluppa dalle orecchie al cervello e dal cervello verso il cuore. La musica elettronica di uno dei padri fondatori è tridimensionale. Tra i più diversi suoni che saltellano nel buio lontani e poi improvvisamente vicini (ti assaltano alle spalle e ti fanno letteralmente saltare sulla poltroncina) ci sono anche voci umane campionate; voci riconoscibili come umane, ma spinte ad altezze sonore misteriose. Mittwoch-gruss è terrorizzante, come un film horror, anzi molto di più di un film perchè è come se fossi sospeso e inerme preda di qualsiasi attacco. Poi Die 7 Tage der Woche arriva e da un respiro, ti solleva e sembra che il tunnel alla fin fine porterà a qualche cosa di buono. E' qui che una voce continua a suggerire "Luce"(ebbene si, in italiano) facendo spazialmente il giro della Sala Sinopoli; che c'è ma che non sembra neache più là. L'intervallo è quasi inappropriato, serve solo alle funzioni organiche e a constatare che molti degli impavidi ascoltatori hanno optato per la fuga...silenziosa, fortunatamente! Poi è impossibile spiegare. Le pulsazioni cosmiche ti spingono oltre, già la sala aveva cominciato a sbiadire e adesso,dove siamo? E' come essere usciti da Roma, dall'Auditorium, dal Corpo stesso. I suoni ci avvolgono e ci trapassano, non ci sono più giorni presenti o passati, tutto è diventato come un'unica materia e noi siamo un unico e perfetto orecchio che ci apre alla 4ta dimensione. E alla fine il suono di Klang (Die 24 Stunden des Tages). La purezza spazza via anche l'ultimo rimasuglio di coscienza. Non c'è neanche più il cervello, non ci sono più metafore, c'è solo lospazio di Karlheinz Stockhausen e noi dentro.
Federica

domenica 6 maggio 2007

CROMIAE - graffiti a roma

Un bell'evento che vede per la prima volta seriamente impegnato il Comune di Roma (che si sia adattato finalmente?) nello sponsorizzare la creatività di strada. Dare spazio ai "talenti" della pittura murale. Cromiae - spazi tranquilli liberamente nostri - parte dal parcheggio della stazione metropolitana Laurentina. Mille metri di spazio libero divisi tra dodici writers vip e altri 'graffitari'.

altre foto:
per saperene di più:
http://www.comune.roma.it/was/wps/portal/!ut/p/_s.7_0_A/7_0_21L?menuPage=/Area_di_navigazione/Sezioni_del_portale/Dipartimenti_e_altri_uffici/Ufficio_per_il_Decoro_Urbano/&targetPage=/Area_di_navigazione/Sezioni_del_portale/Dipartimenti_e_altri_uffici/Ufficio_per_il_Decoro_Urbano/Homepage/Ultime_Notizie/cROMiAE/index.jsp

Anche l"avatar è arte (?)


Parte il Creative Avatar Award, il primo concorso internazionale che premia il miglior avatar per blog, chat, forum o instant messaging. Ma che cos'è l'avatar?
Vera e propria icona rappresentativa del secondo millennio, straordinario concentrato di creatività in una manciata di pixel, l'avatar resta uno degli ultimi avamposti della creatività senza limiti.Destinato a rappresentare il nostro alter ego in territorio virtuale, è l'emblema di un vero e proprio fenomeno di massa, rappresentativo del costume e degli orientamenti di stile, ma anche politici e sociali che caratterizzano il passaggio dal XX al XXI secolo.
Per saperne di più e scaricare il bando di conocorso: http://www.ilas.com/creativeavataraward/it/

sabato 5 maggio 2007

INTERNATIONAL POSTER ART



Arriva alla seconda edizione l' "International poster art". StreetArtist di tutto il mondo hanno contribuito riempiendo i 500 e passa metri quadri dell' Esc con i loro lavori. Di sicuro una bella dimostrazione di maturità da parte di un'arte ancora, e solo per il momento, non presa seriamente in considerazione in territorio italiano. Caldamente consigliata.
L.